
METTERSI IN AFFARI DIVENTANDO UN CITTADINO DIGITALE ESTONE
Probabilmente non sono l’unico a cui viene in mente di mettere in pratica quella idea imprenditoriale che da tempo gli ronza in testa. Ogni volta che ne parlavo con un notaio o alla camera di commercio o ad un commercialista o infine ad un direttore di banca, ripeto, ogni volta capitava che dopo 10 minuti sembrava che queste persone guardassero dietro di me come se vedessero un marziano. Solo dopo mi rendevo conto che quel marziano ero io.
Nel 2007, ad esempio, coinvolsi donne e uomini tra ricercatori universitari, informatici e appassionati per creare una società che fornisse banda larga tramite una rete mesh via wi-fi. Ero anche convinto che avrei sviluppato una killer application permettendo l’invio di sms via web. Il mio commercialista non seppe dirmi di no ma visto il numero di persone dovevo fare una srl e quindi dovevo far accettare dal notaio l’oggetto sociale che spiegava appunto cosa volessi fare. Per farla breve il notaio mi disse che quella tecnologia non esisteva! Nel confermarmi che quindi lui non poteva procedere provò ad accennarmi ad una ipotesi di parcella “per il lavoro di ricerca svolto”. Gli risposi che per le comunicazioni finanziarie accettavo solo piccioni viaggiatori. Stranamente non mi è mai arrivato alcun piccione da lui.
E pensare che per premunirmi avevo chiesto al Ministero di farmi riconoscere come WISP (Wireless Internet Service Provider). Poi mi chiesero anche dove facevo passare i cavi!

Da un paio di anni però ho risolto il problema. Posso avviare una società in fase embrionale o pre-start up con tanto di numero identificativo societario (tipo P. Iva) e conto in banca con relativo IBAN.
Sono diventato cittadino digitale Estone e voglio spiegarvi come ho fatto.
Un po’ di storia
Attualmente l’Estonia è considerata la Silicon Valley d’Europa. Dopo la riacquistata indipendenza dall’URSS, in modo pacifico, l’Estonia si trovava al cambio di secolo con infrastrutture a dir poco obsolete. Una lungimirante guida politica puntò tutto sulla nascente tecnologia Internet per la normale comunicazione fra i cittadini e quest’ultimi con la PA. Forse non lo sapere ma Skype è nata lì e ai bambini di prima elementare è insegnato obbligatoriamente il coding. E sono bravissimi.
Primi, veloci, passi
Il processo di candidatura è semplice e mi ci sono voluti meno di 5 minuti. Basta seguire le istruzioni e caricare una copia del passaporto (non avevo uno scanner e ho scattato una foto con il mio telefono) e una foto diversa da quella del passaporto (mi sono fatto un selfie – il mio primo ed unico). Contestualmente ho effettuato il pagamento richiesto: 101,99 euro.

Dopo 15 giorni circa – che come mi avevano avvisato sono stati usati dalla polizia estone nel chiedere informazioni su di me tramite i canali della Comunità europea di cui fanno parte dal 2004 – mi hanno chiesto di scegliere un posto dove andare a ritirare il mio kit. Sempre on line sono andato sul sito dell’ambasciata estone a Roma e tramite uno specifico form ho preso appuntamento per la settimana dopo. La conferma mi è arrivata in tempo reale.
Recatomi in ambasciata – alle 14e45 del 6 luglio – una gentile e impassibile impiegata ha chiesto di vedere lo stesso documento usato per fare la richiesta e mi ha invitato a mettere un mio dito su un lettore di impronte digitali. Dopo 5 minuti ero già fuori l’ambasciata con il mio kit.

Tornato a casa volevo subito usare la mia card ma dovevo aspettare la mail di attivazione che in due giorni mi hanno inviato insieme al link dell’applicativo.
Scaricando quest’ultimo attivo tutta la struttura basata sulla blockchain estone. In questo caso una blockchain mista, o ibrida, pubblico-privato.
Avviare in Italia una attività che coinvolga più persone oltre me, che tratti della blockchain e delle relative DApp (Decentralized Application) è praticamente impossibile. Non saprei proprio da dove incominciare a spiegare cosa voglio fare. È come se avessimo in mano una macchina molto performante ma ancora non fossero state create le strade. A noi tocca tracciarle e realizzarle per fare connessioni ancora mai realizzate.
Però mi serve una società registrata nella quale avere sviluppatori (dipendenti o free lancer), marketing, commerciale e un consiglio di amministrazione dove rappresentare i soci e gli eventuali finanziatori.
Con pochi click, rivolgendomi a società specializzate per la fornitura di servizi alle aziende – una sorta di commercialista on line ma più evoluto – registro la mia OÜ (osaühing). In pratica una SRL. La suddetta società mi fornisce anche un undirizzo fisico ed un responsabile locale nei confronti dello stato estone. Avrei anche potuto creare, e non è detto che lo farò in futuro, una MTU ossia una società senza scopo di lucro per proporre una mia ICO (Initial Coin Offering). Ossia una moneta digitale concepita da me e magari concorrente di bitcoin. La stessa Estonia infatti sta pensando ad una sua crypto. Con buona pace di Draghi.
Posso quindi decidere se versare il capitale sociale oppure farlo dopo.
